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Campeggi tra i vigneti della Calabria

  2018-12-12

La storia della viticoltura in Calabria affonda le sue origini nella civiltà della Magna Grecia, periodo in cui la regione veniva chiamata “Enotria” (“Terra del vino”). In tempi più recenti, l’epidemia di fillossera ha dato un duro colpo alla viticoltura calabrese e per molti anni i vini di questa regione sono stati utilizzati come vini da taglio. È solo negli ultimi anni, grazie alla caparbietà dei viticoltori locali, che il livello qualitativo è salito notevolmente. I produttori calabresi hanno investito molte risorse nella coltivazione dei vigneti autoctoni e nell’ottimizzazione del processo produttivo, e i risultati si vedono.

Attualmente, soggiornando in uno dei campeggi e villaggi in Calabria, scoprirete che questa regione vanta la produzione di 12 vini a marchio D.O.C. che coprono il 20% circa della produzione totale rappresentata da vitigni a bacca rossa. Tra i principali ricordiamo il gaglioppo, alla base della maggior parte dei vini rossi calabresi, il magliocco, il nerello, il pecorello e il greco nero. Tra i vitigni a bacca bianca, invece, non si può non citare il greco bianco, chiamato così dal nome della città Bianco attorno cui viene coltivato, e dal 1980 riconosciuto come D.O.C. Si tratta di un vino bianco originale, robusto, dall’aroma intenso e profumato. Dal Greco Bianco, si ottiene anche la D.O.C. Melissa Bianco, vino secco, delicato e non troppo alcolico.

La zona lungo il fiume Savuto, invece, confine naturale della provincia di Cosenza verso sud, è il territorio delle ottime denominazioni Savuto D.O.C. e Lamezia D.O.C.

Il vino calabrese più famoso è il Cirò. Si racconta che questo vino venisse offerto in premio ai vincitori dei giochi olimpici ateniesi. La sua storia ha inizio nell'VIII secolo a.C. quando alcuni coloni della Grecia approdarono a Punta Alice e fondarono la città di Krimisa. Questo vino ha sempre goduto della fama di essere dotato di virtù terapeutiche: più di un medico garantiva che il Cirò è un "sicuro cordiale per chi vuole recuperare le forze dopo una lunga malattia". Il Cirò Bianco presenta un colore giallo paglierino, il suo profumo è fruttato e gradevole, mentre al palato il suo sapore è delicato ed armonico. Il Cirò Rosso e quello Rosato hanno un profumo delicato e gradevole, il sapore caldo, corposo e armonico.

Una chicca è il Moscato di Saracena, vino dolce con sentori tostati, prodotto tradizionalmente da Moscatello appassito e mosto ridotto per concentrazione di Guarnaccia e Malvasia.

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